Ogni incontro è stato decisivo: dal punto di vista umano, intellettuale e per quello che ha portato con sé, sia in termini di ulteriori sviluppi che di arricchimento personale (e non mi riferisco a un arricchimento economico).
Tutto è iniziato con una casa sul lago di Bracciano. Il mio vicino di casa si chiamava Giuseppe Arcidiacono e anno dopo anno, il nostro rapporto di amicizia si fece sempre più stretto.
Pippo, così chiamavo amichevolmente Arcidiacono, era molto paziente: posso dire che mi ha accompagnato quasi per mano nei segreti della fisica dura.
È stato sempre lui a prestarmi alcuni testi di Fantappiè, che mi entusiasmarono molto. Quando feci per approfondire la conoscenza di questo autore, scoprii che non veniva ripubblicato già da molti anni.
Cercai di convincere qualche editore a rilanciarne l’opera, ma senza esito e che fu dinanzi a quella che reputavo un’ingiustizia editoriale, che mi convinsi a farmene io stesso carico.
La Di Renzo Editore è nata con il contributo del dimenticato Fantappiè e con una decina di libri dell’amico Arcidiacono.
Le interviste con gli autori
Poi arrivò l’idea della collana “I Dialoghi”. Volevamo iniziare con un testo, in certo qual modo, “carismatico”, nel quale all’informazione scientifica si unisse il fascino di un personaggio della disciplina.
Destino ha voluto che Margherita Hack, poi divenuta mia carissima amica, fu la prima a rispondere, tenendo di fatto a battesimo la collana.
Grazie a Margherita ho conosciuto i cosmologi John Archibald Wheeler e William Sciama: cominciò così il passaparola.
Boncinelli mi fece incontrare Noam Chomsky. Su suo suggerimento, avevo mandato una copia del suo libro al celebre linguista e filosofo americano e Chomsky mi rispose quasi subito.
Chomsky mi confidò che aveva accettato proprio grazie a quel libro del genetista Italiano.
In quello stesso viaggio che mi portò a incontrare Chomsky, intervistai anche lo storico Bernard Lewis, il quale dedicò parte del nostro colloquio a un esame dettagliato e molto acuto della società americana, nonostante Lewis sia uno dei massimi esperti del mondo islamico.
Grazie a lui, e sempre in quell’occasione, mi fu presentata la scrittrice Toni Morrison, Premio Nobel per la letteratura, con la quale arrivai a un passo dall’intervista, ma poi non riuscii a concludere: gli scrittori sono contesi da troppi editori e quasi sempre gli accordi economici raggiungono cifre che un piccolo editore non può permettersi.
Credo che alla base della riuscita di questa piccola impresa editoriale – continuo a considerarla piccola perché non ho mai voluto soggiacere alle logiche della massificazione del libro – ci sia sempre stata una sola chiave: il rapporto umano.